il nostro staff

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domenica 27 dicembre 2015

ATTENZIONE AI BOTTI


Capodanno si avvicina e generalmente porta con sé festeggiamenti, brindisi, botti e fuochi d’artificio. Tutte cose che piacciono agli uomini, meno agli animali. Questi ultimi sono disturbati in particolar modo dal rumore di petardi e fuochi d’artificio. Poiché molto più sensibili ai suoni, grazie a un udito più sviluppato, e incapaci di spiegarsi il motivo di tanto baccano ne restano spesso terrorizzati. I più fortunati trovano un nascondiglio e attendono che il baccano cessi, quelli colti da panico, invece, possono fuggire, perdersi, addirittura trovare la morte in incidenti. E non è un fenomeno che colpisce solo cani e gatti, anche gli animali da stalla sono terrorizzati, mentre piccole creature come gli uccellini possono anche morire d’infarto. Si stima che circa 5.000 animali perdano la vita ogni Capodanno. Una vera e propria strage, a cui, fortunatamente, alcuni comuni hanno cominciato a porre rimedio. Non è necessario, infatti, rinunciare alla festa, solo celebrarla in modo più tranquillo, con fuochi artificiali silenziosi.
Se avete cani o gatti, comunque, durante l’ultimo dell’anno vi consigliamo di tenerli in casa e di fare loro compagnia mostrandovi tranquilli. Chiudete porte e finestre, in modo che non scappino e attendete con loro il ritorno della quiete.

giovedì 17 dicembre 2015

I PERICOLI DEL NATALE


Ciò che noi umani amiamo molto a Natale, specie in ambito cibo, potrebbe essere pericoloso per i nostri amici a quattro zampe. Ecco alcune cose a cui prestare attenzione.

CIOCCOLATO
Questo delizioso alimento è velenoso per cani e gatti. Ovviamente il grado di pericolosità dipende dal quantitativo ingerito (tolti ingredienti come il latte), e perché diventi letale il cacao assunto deve essere molto. Comunque, piccole dosi possono provocare nell’incauto animale nausea, diarree, ecc.

DOLCI SENZA ZUCCHERO
I dolci senza zucchero in genere utilizzano quale dolcificante lo xilitolo, una sostanza che può causare un calo negli zuccheri del sangue, con conseguente perdita della coordinazione e convulsioni.

AVANZI
A volte gli avanzi del pranzo di Natale sono più buoni del pranzo stesso, ma non per cani e gatti. Ricordate che certi alimenti sono problematici per cani e gatti, come aglio e cipolla. Le ossa possono lacerare il loro stomaco, mentre ribes, uva e uva passa sono tossici per il cane.

ALCOL
Ovviamente gli alcolici sono totalmente vietati e possono indurre l’animale in coma, o provocargli blocco respiratorio.

FOGLI DI ALLUMINIO E CELLOPHANE
Giusto conservare in modo appropriato il cibo, ma attenti che il vostro cucciolo non ingerisca alluminio e plastica, poiché potrebbero procurargli nausea e blocco intestinale.

PIANTE
Alcune piante - gigli, vischio, poinsettia (nota come Stella di Natale) - possono causare vari problemi: nausea, fastidi gastrointestinali, letargia.

ACQUA DELL’ALBERO
Se avete un albero vero, attenzione all’acqua con fertilizzante, che è velenosa, ma anche all’acqua stagnate, ricca di batteri.

DECORAZIONI
Attenzione alle piccole decorazioni, che possono essere ingerite causando blocchi intestinali. Ai gancetti di metallo, che possono conficcarsi in gola. Agli oli profumati dei potpourri, che possono essere tossici.

mercoledì 16 dicembre 2015

ALLERGIA AL PELO DEL GATTO


Curiosamente, l’allergia al pelo del gatto non è dovuta veramente al pelo. Si tratta, infatti, di una ipersensibilità a una proteina presente nella saliva del gatto che la deposita sul pelo lavandosi. Non appena il pelo si asciuga tale proteina si volatilizza, si deposita un po’ ovunque e può essere respirata dagli esseri umani. Le persone allergiche che non vogliono rinunciare alla compagnia dei felini possono optare su un gatto siberiano, che ha la caratteristica di produrre quantità bassissime di questa proteina, quindi il rischio che scateni allergie è estremamente più basso, quasi nullo. Si può anche scegliere gatti di razza Cornish o Devon rex che, non avendo pelo, si lavano meno e diffondono inferiori quantità della proteina incriminata. Nel caso l’allergia non sia troppo sviluppata, sappiate anche che le femmine di gatto producono un minore livello di allergeni rispetto ai maschi, mentre i maschi castrati producono un minore livello di allergeni rispetto ai maschi interi. Dovrebbe quindi essere più facile convivere con loro. Nel caso ciò non bastasse, esiste una vaccinazione apposita che si fa in ospedale attraverso iniezioni sottocutanee: una volta a settimana per circa tre mesi e poi una volta al mese per tre o quattro anni. In alternativa, esistono degli antistaminici o dei medicinali omeopatici che possono essere dei validi aiuti. Oltre a questi rimedi, è opportuno adottare dei semplici accorgimenti per vivere in un ambiente più pulito e sano. Per esempio passare l'aspirapolvere sui tappeti, lavare abiti, tappeti e tende più spesso e così anche le proprie mani. In ogni caso, se manifestate allergia al pelo di gatto (o semplicemente sospettate di essere allergici) consultate veterinario e medico per individuare assieme le soluzioni più idonee.

lunedì 14 dicembre 2015

NEWSLETTER DICEMBRE

Avete ricevuto via mail la nostra Newsletter di dicembre? Altrimenti potete richiederla scrivendo a info@clinicaveterinariaparabiago.it. Questo mese, ovviamente, consigli per far convivere i quattro zampe con le feste.

lunedì 7 dicembre 2015

PET-THERAPY


Studi condotti da psicologi e veterinari di fama internazionale hanno portato a constatare i benefici apportati ai bambini malati o portatori di handicap nel rapporto con gli animali da compagnia. Lo psichiatra americano Boris Levinson ha osservato gli effetti positivi su bimbi psicotici, o affetti da malattie dello sviluppo, di animali come cani, gatti, cavalli, conigli, ecc. In loro presenza i bimbi riescono a manifestare emozioni e a interagire con l’animale, quando al contrario hanno difficoltà a farlo con le persone. Secondo lo psicologo, la relazione con gli animali aumenta la sicurezza e la fiducia in sé del bambino. In questo modo il quattro zampe diventa una sorta di mediatore tra il bambino e gli altri esseri umani. E proprio grazie a Levinson che nel 1953 è nata la pet-therapy (in italiano detta anche “zooterapia”), una psicoterapia dolce per curare diverse patologie fisiche e psichiche, basata sull’interazione delle persone con certi animali e particolarmente indicata per i bambini.
Ne traggono benefici in particolare i disabili, che tramite ipoterapia (o terapia equestre) possono sollecitare l’organismo ed effettuare riabilitazione fisica dopo incidenti, e bambini affetti da autismo e sindrome di Down, per cui il contatto con un animale può aiutare a smussare problemi come mancanza d'affetto, insicurezza, e difficoltà nelle relazioni interpersonali
. Gli animali, inoltre, hanno un effetto rafforzante sulle cure mediche: negli ospedali in cui si pratica la pet-therapy, i bambini superano con maggiore serenità la trafila degli esami e della degenza, riuscendo a riacquistare il sorriso e un po' di tranquillità. 
Adottare un idoneo animale a casa, quindi, risulterà ancora più utile per questi bambini, che potranno crescere maggiormente sereni a fianco del loro amico non umano.

venerdì 4 dicembre 2015

IL LETALE ANTIGELO


È normale in inverno ricorrere all’antigelo (in pratica glicole etilenico) per evitare che l’acqua nel motore della nostra auto geli. Alcuni lo spargono anche a terra per evitare che si formi ghiaccio lungo la strada. NON FATELO assolutamente poiché è estremamente velenoso, letale, per cani e gatti. Tale liquido ha infatti un gusto dolciastro e appetibile, e il cane o il gatto che dovessero leccarlo e ingerirlo ne sarebbero intossicati con risultati devastanti.
I sintomi includono malumore, vomito, dondolamenti, impossibilità a mantenere la posizione eretta, inappetenza, tachicardia, sete incontrollabile e bisogno d’urinare continuo. Qualora il vostro cane o il vostro gatto manifestassero questi sintomi, bisogna IMMEDIATAMENTE recarsi dal veterinario.
Quindi, continuate a usare l’antigelo per l’auto, ma fatelo con grande attenzione. A terra, invece, spargete un innocuo sale grosso. E fate attenzione anche a evitare che i vostri animali trovino antigelo sparso da altri.

martedì 24 novembre 2015

È ARRIVATO IL FREDDO!


Alla fine, il freddo è arrivato e se ne sono accorti anche i nostri amici a quattro zampe, magari più attrezzati di noi per affrontarlo ma non per questo immuni alla sua stretta. Cosa possiamo fare per aiutare cani e gatti? Qualche piccolo accorgimento che non richiederà grande fatica a noi ma riempirà di caldo, e gioia, loro.

Se il gatto il cane vivono all’aperto, la loro cuccia va allestita con cura. Deve essere leggermente sollevata da terra per evitare umidità e acqua. Collocata in punto riparato dal vento e con la porticina di ingresso posizionata in modo che non vi entrino pioggia e neve. All’interno vanno collocate coperte calde (ottima la lana), ma vanno bene anche vecchi maglioni. Ovviamente questi ultimi vanno cambiati spesso, in particolari modo se bagnati (l’acqua può essere portata all’interno anche dall’animale che vi rientra bagnato). Un piccola ciotola del cibo e dell’acqua (attenzione che non si rovesci) può essere collocata all’interno, in modo che la sua pappa non geli. Gli animali, i gatti in particolare, apprezzano molto se durante la notte una boule di acqua calda viene infilata sotto le coperte, diventando una sorta di riscaldamento autonomo. Se potete spendere qualche soldino, i negozi di animali vendono cucce in materiale plastico termoisolante (un po’ costose a dire il vero) e anche “cappottini” (decisamente più economici), per cani e gatti.

mercoledì 18 novembre 2015

GATTI: ESAME GRATUITO DELLA GLICEMIA


Sempre più gatti soffrono di diabete, come testimoniato da una recente indagine dalla quale è emerso che viene colpito da tale patologia 1 gatto su 200. Per determinare se il gatto ha il diabete basta un semplice esame del sangue, quello relativo alla glicemia.

La glicemia è il valore della concentrazione di glucosio (in altre parole zucchero, nutrimento essenziale per le cellule) nel sangue. Se tale concentrazione è eccessiva si ha il diabete, una patologia causata dalla mancata produzione di insulina (l’ormone che aiuta ad assimilare lo zucchero) i cui sintomi più evidenti sono: aumento della sete, perdita di peso, aumento della minzione, letargia, debolezza, mantello poco lucido e rovinato.
La prospettiva di vita di un gatto diabetico dipende dalla sua età al momento della diagnosi, dalla facilità nella stabilizzazione, dalla presenza e gravità di eventuali patologie concomitanti.

Da metà novembre a fine dicembre la Clinica Veterinaria Parabiago EFFETTUERÀ GRATUITAMENTE L’ESAME DELLA GLICEMIA A TUTTI COLORO CHE NE FARANNO RICHIESTA. Basterà fissare preventivamente un appuntamento (al numero telefonico 0331556605) per un giorno a scelta tra giovedì e domenica. Ricordate: il gatto deve essere a digiuno da almeno 12 ore.

martedì 17 novembre 2015

LA GIORNATA DEL GATTO NERO

Il 17 novembre di ogni anno è la giornata internazionale del gatto nero (mentre il 17 febbraio è la giornata mondiale di tutti i gatti). Date un bacio ai vostri quattro zampe di questo colore, che NON portano sfortuna, ma solo tanta simpatia.

lunedì 16 novembre 2015

NEWSLETTER NOVEMBRE

Avete ricevuto la nostra Newsletter gratuita di novembre? Se no, potete richiederla inviando una mail a info@clinicaveterinariaparabiago.it.


venerdì 13 novembre 2015

SEMPLICE MA STRAORDINARIA


Si narra che il famoso fisico Isaac Newton (1642-1727) ebbe un gatto. Il felino, di cui non conosciamo il nome, non lo aiutò nei suoi studi sulla gravità ma, grazie alla propria testardaggine, lo spinse (costrinse?) a elaborare qualcosa di molto più pratico, un’invenzione destinata a facilitare gli spostamenti dei gatti di tutto il mondo e ad alleggerire i loro umani di un compito ripetitivo. Come molti suoi colleghi, infatti, il gatto aveva l’abitudine di entrare e uscire da casa con grande frequenza, costringendo lo scienziato a interrompere il proprio lavoro per svolgere il compito di portiere. Stanco di tale incombenza, la leggenda narra che Newton ideò una gattaiola, ovvero un buco nella porta grazie al quale il micio potè varcare la soglia a piacimento senza bisogno di aiuto da parte di nessuno. Un’invenzione apparentemente semplice, ma diffusasi rapidamente e grazie alla quale, ancora oggi, gatti e umani hanno notevolmente migliorato la propria convivenza. Dopotutto, fu proprio Newton a dire che “la verità si trova sempre nella semplicità, e non nella complessità e confusione delle cose.”

martedì 10 novembre 2015

IL PUNTO DI VISTA DEI BIMBI



Animale domestico sì o animale domestico no? Che cosa ne pensano i bambini? I bambini tendono quasi sempre a esprimersi in maniera entusiasta nei confronti degli animali di ogni specie. Solo pochissimi hanno un atteggiamento indifferente, o a addirittura negativo (e in questo caso sarebbe il caso di indagare sulle motivazioni). L’entusiasmo aumenta quando si tratta di animali familiari, che vivono nelle loro case. Bambini che non hanno animali domestici, invece, hanno dimostrato di provare una certa frustrazione riguardo tale “mancanza”, anche se il più delle volte comprendono le motivazioni dei genitori nel non volere un animale. Sta di fatto che i bambini che convivono con un animale dipingono tale rapporto come appagante, traendone anche una sensazione di utilità. Ai loro occhi (e in parte è vero) l’animale ha bisogno di loro, per il cibo e le passeggiate, responsabilizzandoli e facendoli sentire utili. L’animale, poi, li spinge a comunicare anche con gli altri esseri umani. Bambini solitamente timidi o inibiti tendono infatti a diventare più colloquiali se gli si chiede di parlare del loro “amico” a quattro zampe. Allo stesso modo, bambini abitualmente più aggressivi, diciamo un po’ troppo vivaci, diventano più tranquilli e costruttivi di fronte a un dialogo sul loro animale da compagnia.

giovedì 5 novembre 2015

EMOZIONI BESTIALI


I cani amano? Odiano? Provano dolore? Da secoli filosofi e scrittori sostengono di sì, e ora anche la scienza si schiera a favore di questa ipotesi.
La dottoressa Patricia McConnell, autrice del libro “For the love of a dog”, spiega che le emozioni sono qualcosa di inafferrabile, ma che si può facilmente osservarne le conseguenze dato che causano nell’individuo variazioni organiche, mutamenti di espressione, e via dicendo. In altre parole, se si prova paura il corpo reagisce con sudorazione, irrigidimento dei muscoli, produzione di adrenalina, dilatazione delle pupille, ecc. Reazioni che in parte notiamo anche nei cani, senza contare che la paura è una delle emozioni base per la sopravvivenza. 
Il professore di biologia Mark Bekoff, in “The Emotionals life of Animals”, arriva ad affermare che “argomentare contro l’esistenza delle emozioni negli animali è cattiva biologia.” Questo etologo statunitense ha incentrato i suoi studi proprio sulla vita emozionale degli animali, abbinando l’osservazione sul campo con le ricerche scientifiche nel campo della neurologia e delle scienze comportamentali. Bakoff sostiene che è assurdo non riconoscere un’identità agli animali, considerandoli come individui, personalità ricche, con una mente collegata ad emozioni, esseri senzienti con complesse vite affettive. 
Il problema principale, nell’affrontare la questione delle emozioni dei cani (ma anche di altri animali), resta quello della dimostrazione. Un essere umano parla, quindi è in grado di comunicare con dovizia di particolari ciò che prova, e di discuterne con i propri simili. Un cane, invece, non può farlo. In realtà, non è del tutto vero, dato che anche i cani utilizzano forme di comunicazione proprie, come l’abbaiare o la gestualità del corpo (in particolare lo scodinzolare), ma sono certo meno sofisticate della parola, talvolta poco comprensibili dagli uomini e, soprattutto, scarsamente considerate da questi ultimi su un piano scientifico. Uno scienziato, Gregory Berns, ha pensato di risolvere il problema con un’esperimento semplice e complesso al medesimo tempo. Questo neuroscienziato americano per determinare l’esistenza e il tipo di sentimenti dei cani non si è basato sui comportamenti degli stessi, ma sull’attivazione di zone del cervello, comparando i dati con quanto avviene nelle persone. Per farlo, Berns ha dato vita al “Dog Project” e per circa due anni ha sottoposto dei cani a delle risonanze magnetiche, con l’obiettivo di comprendere quali parti del loro cervello si attivano in seguito a stimoli precisi. Partito con due cani appartenenti alla sua famiglia, ha allargato il numero di animali fino ad arrivare a una dozzina. La cosa più difficile è stata “convincere” i soggetti a effettuare il test. I cani volontari non erano né sedati né legati, altrimenti non sarebbe stato possibile studiare le funzioni di un cervello, soprattutto quelle attinenti la percezione e le emozioni. Tutti i proprietari dei cani sottoposti allo studio avevano la facoltà di abbandonare il test in caso di manifestazione di disagio del cane. È stato quindi utilizzato un addestratore per insegnare ai cani a entrare nel tunnel della risonanza magnetica e a rimanere perfettamente fermi per circa trenta secondi all'interno, senza essere spaventati dai rumori del macchinario. Dopo mesi di allenamento, prove ed errori, Berns è riuscito a tracciare le prime mappe cerebrali dei cani e a paragonarle con quelle dell’uomo. Nell'uomo si illuminano alcune parti cerebrali in associazione a sentimenti di piacere o in anticipazione di determinati eventi (cibo, amore e denaro). La parte cerebrale interessata è il "nucleo caudato" che è situato tra il ponte e la corteccia cerebrale. Lo stesso avviene con i cani, il cui nucleo caudale si attiva in presenza di cibo, o al sopraggiungere del proprietario oppure in presenza di odori umani, in pratica ogni qualvolta sono sottoposti a stimoli positivi, dimostrando che possono provare esperienze emozionali e che hanno un livello di sensibilità comparabile a quella di un bambino. 
Berns ha anche scritto un libro sull’argomento, “How Dogs Love Us”, nel quale ha intrecciato le esperienze quotidiane con i cani di famiglia con la suddetta ricerca, creando un testo di divulgazione di facilissima comprensione. Inoltre, si è posto una domanda: “Che cosa pensano gli animali?” La risposta è tutto sommato semplice: “Pensano quello che noi pensiamo”, ovvero non solo provano le nostre stesse emozioni, ma spesso le condividono, grazie a un legame con gli esseri umani sviluppato nel corso dei millenni. 
C’è poi la “questione” chimica, troppo complessa per essere esaurientemente trattata in questa sede, ma che necessita almeno di un accenno. Se le nostre emozioni sono frutto di reazioni chimiche che avvengono nel nostro cervello e nel sistema nervoso periferico, e se i cani “funzionano”, da un punto di vista chimico, all’incirca come gli esseri umani, perché non dovrebbero aver una sfera emotiva simile alla nostra? L’emissione della serotonina (neurotrasmettitore che nel sistema nervoso riveste un ruolo centrale nella gestione dell’umore) è tipica degli esseri umani come dei cani, giocando per entrambi un ruolo fondamentale nella regolazione delle emozioni.
Tutte queste disquisizioni scientifiche, per quanto estremamente importanti, appariranno tuttavia superflue a chi vive con un cane. Qualsiasi essere umano che abbia stretto un rapporto non superficiale con questi splendidi animali, affermerà con certezza che basta guardarli con attenzione negli occhi o osservarne i comportamenti per comprendere immediatamente quante emozioni passino per la loro testa.

mercoledì 28 ottobre 2015

GATTI & HALLOWEEN


Uno stupido pregiudizio sui gatti neri ritiene siano portatori di sfortuna. Una credenza che ha radici nel Medioevo, ed è possibile abbia avuto inizio poiché i gatti neri, poco visibili di notte, potevano finire tra le zampe dei cavalli o sotto le ruote delle carrozze causando incidenti. Ma più probabile è che il colore nero fosse abbinato all’oscurità, e quindi al male, idea cui si sommava il fatto che i gatti erano ben visti nelle religioni pagane. I gatti neri venivano così accusati di ogni sorta di stregoneria, di essere creature del diavolo e compagni di fattucchiere, finendo per essere attaccati persino dalla Chiesa cristiana. Tra le tante dicerie e malignità, la più diffusa è proprio quella del gatto nero portatore di malasorte, una stolta convinzione che ha provocato l’uccisione di una moltitudine di queste innocenti creature. 
I gatti neri, inoltre, venivano spesso associati alle streghe. Già nel 1600 molti credevano all’esistenza della fattucchiere, ritenendole legate al diavolo e che andassero perseguite, arse sui roghi per essere “liberate” dal male. Stessa sorte toccava ai gatti, considerati incarnazione stessa delle streghe, ritenuti animali che comparivano dal nulla durante la notte. Per questo in quegli anni di superstizioni e fervore religioso repressivo, tutti i gatti venivano perseguitati, sia da protestanti sia da cattolici, tanto che in Europa si rischiò l’estinzione della specie. Ai gatti neri, tuttavia, veniva riservato un trattamento peggiore di altri. Per farla breve, con la nascita della festa di Halloween, nella quale streghe e mostri vari diventano protagonisti, anche i gatti neri rivendicano il proprio spazio. Fortunatamente non siamo più nel 1600, quindi sono diventati un aspetto divertente e folcloristico della festa, immortalati su poster e cartoline, maschere e dolciumi vari. Attenzione, qualche idiota che se la prende con i gatti neri però è rimasto in giro, quindi fate attenzione ai vostri amici a quattro zampe durante il periodo di Halloween.







sabato 24 ottobre 2015

SEI CONSIGLI PER HALLOWEEN


La festa delle streghe si avvicina e viverla con i propri animali può essere divertente, se si mettono in atto alcune importanti precauzioni. 

1 Non fate uscire di casa i vostri amici animali da soli durante la notte di Halloween (ma neanche durante il giorno e in quello successivo). Purtroppo qualche stupido potrebbe interpretare male la festa ed essere troppo esuberante, o pronto a fare scherzi cattivi agli animali, in particolare ai gatti neri.

2 Non date dolcetti a cani e gatti. Ciò che è buono per uomo può rivelarsi letale per un animale, come il cioccolato.

3 Attenzione alle candele accese e alle zucche lanterna con fuoco, poiché gli animali possono bruciarsi. Meglio quelle con lucine a batterie. Inoltre, cuccioli troppo esuberanti potrebbero mangiarsi le candele profumate, molto nocive per il loro stomaco.

4 Vestire il vostro cane a tema può essere divertente, ma non fatelo se l’animale è riluttante. E, in ogni caso, limitatevi a cose molto semplici (tipo un cappello) che non gli diano fastidio e non gli impediscano di muoversi liberamente.

5 Trattandosi di un giorno ricco di confusione, il vostro animale potrebbe essere impaurito o scappare. Assicuratevi, quindi, che indossi un collarino col vostro numero di telefono.

6 Se distribuite dolcetti ai bambini che bussano alla vostra porta, assicuratevi che i vostri animali non si trovino nella stanza con la porta d’ingresso. Potrebbero spaventarsi di fronte a sconosciuti abbigliati in modo stravagante e scappare. Oppure potrebbero mordere i nuovi arrivati scambiandoli per persone pericolose.

martedì 20 ottobre 2015

RIDURRE I RUMORI


Ridurre i rumori in clinica significa anche ridurre lo stress dei pazienti a quattro zampe. Già preoccupati per trovarsi in un ambiente sconosciuto, i nostri amici animali possono infatti spaventarsi e innervosirsi se sottoposti a stimoli sonori troppo forti. Ecco quattro consigli per limitare tale problema.

1 Modulare il tono della voce. Usare la voce come se si fosse a una cena romantica, non a un concerto rock.

2 Eliminare la suoneria del cellulare. Meglio usare la vibrazione, o comunque impostare una suoneria tranquilla e molto bassa.

3 Comportarsi in modo calmo in sala d’attesa. Aspettando il proprio turno per la visita, non parlare molto e farlo con tono basso e pacato. Evitare di far abbaiare il proprio cane in presenza di altri animali.

4 Prestare attenzione alle porte. Aprire e chiudere le porte dell’ambulatorio e quelle delle gabbiette con calma e senza sbatterle.

giovedì 8 ottobre 2015

IL FUMO FA MALE (anche) AGLI ANIMALI

Che il fumo passivo faccia male agli uomini lo si sa da molto tempo, anche se limitarlo è stata (e per certi versi lo è ancora) una dura battaglia. Ora un paio di associazioni veterinarie inglesi, la BVA (British Veterinary Association) e la BSAVA (British Small Animals Veterinary Association) segnalano che il fumo passivo crea problemi anche ai nostri amici a quattro zampe. A confermarlo, un recente studio (2012) finanziato da PetSavers, una divisione della British Small Animal Veterinary Association che ha dimostrato una correlazione tra i livelli di nicotina rilevati nel pelo dei cani e la loro esposizione alle sigarette in casa. Proprio come accade con gli uomini, l’esposizione dei cani e dei gtti al fumo passivo può causare seri danni alla loro salute, fino ad aumentare il rischio di sviluppare il cancro.

martedì 6 ottobre 2015

martedì 22 settembre 2015

ATTENTI AL FUOCO


Per gli animali, soprattutto i gatti, le fonti di calore sono uno dei pericoli principali. I felini amano il caldo, ma sono abbastanza furbi da non gettarsi nel fuoco. Tuttavia, avvicinandosi alle fiamme dei fornelli possono bruciarsi il pelo, i baffi e le sopracciglia. In genere questo non comporta danni, ma se la zona di pelo che prende fuoco è vasta le cose cambiano. Più pericolose sono le pentole piene d’acqua bollente, perché rovesciandosele addosso potrebbero procurarsi ustioni peggiori che non col fuoco. Si consiglia quindi di usare sempre i fuochi del fornello più lontani da terra, di non lasciare pentole in bilico o prive di coperchio. Attenzione anche a camini e stufe. Per i primi, meglio dotarli di parascintille, poiché i gatti amano appisolarsi davanti alle fiamme e qualche scintilla vagante potrebbe colpirli. La stufe, pur non presentando fiamme aperte, sono le più pericolose poiché sono roventi e, non sapendolo, il gatto di casa potrebbe saltarvi sopra ustionandosi i polpastrelli. Stufe a legna sono quindi sconsigliate se si hanno gatti, nessun problema invece con quelle a pallets la cui superficie non scotta. 
Se nonostante tutte queste precauzioni il gatto dovesse scottarsi, per il primo soccorso delle ustioni leggere si deve applicare acqua fredda o un impacco di ghiaccio lasciandolo in contatto per 15 minuti. Non bisogna invece spalmare olio, burro o pomate.

mercoledì 16 settembre 2015

RINGHIO O SORRISO?


Spesso, i pericoli per un bambino arrivano non dal proprio animale di casa, ma da animali estranei. Un bimbo abituato a vivere con un gatto o un cane, avendo sviluppato un ottimo rapporto con loro tenderà a fidarsi di altri animali incontrati altrove. Non è detto, però, che questi ultimi siano egualmente socievoli, soprattutto se il bimbo mostra verso di loro un atteggiamento esuberante, o se si tratta di cani chiusi dietro un cancello (quindi in una situazione di difesa del territorio). Risulta quindi necessario spiegare al bambino che con gli animali estranei deve mantenere un atteggiamento più prudente, avvicinandoli poco alla volta. Secondo alcune ricerche, inoltre, pare che i bambini sotto i sette anni di età facciano fatica a distinguere gli avvertimenti dei cani, scambiando i denti scoperti di questi ultimi per un sorriso. L’adulto deve quindi intervenire per fornire al piccolo i primi rudimenti della comunicazione canina.

lunedì 14 settembre 2015

ATTENTI AL GATTO!

Dopo il post dedicato ai cartelli sui cani da guardia, non potevamo esimerci dal fare lo stesso con i gatti. E voi avete un cartello che metta in guardia i passanti riguardo la pericolosità del vostro micio?














domenica 13 settembre 2015

IL GATTO SI È MANGIATO I COMPITI!


Di solito sono i cani a essere additati come voraci divoratori di ogni tipo di oggetto trovato per casa, a tal punto che la frase "il cane mi ha mangiato il compito" è diventata una scusa plausibile per gli studenti pigri. Ma recenti studi hanno dimostrato che anche i gatti non sono immuni da tali incidenti. Veterinari hanno dovuto estrarre chirurgicamente dall'apparato digerente dei gatti monetine, minuscoli pezzi di giocattoli, palline, ossicini, elastici, persino SIM di cellulari. Come accorgersi se un gatto ha effettivamente ingerito qualcosa che non è in grado di espellere? Se non lo avete visto farlo, comunque potate notare se la bestiola è inappetente, letargica, rimette frequentemente senza in realtà rigurgitare nulla. Appurato che c'è qualcosa che non va, e se avete il sospetto che il problema sia dovuto a un corpo estraneo non sottovalutate il problema, perché non si risolverà da solo. Rivolgetevi al veterinario, che farà una radiografia e deciderà se è necessario un intervento. Chissà, il vostro gatto potrebbe avere ingoiato il biglietto vincente della lotteria…

giovedì 3 settembre 2015

CHE LINGUACCIA!


La lingua dei gatti è dotata di papille molto ruvide, che risultano molto utili per la rimozione dello sporco e dei peli morti dalla loro pelliccia. Per questo motivo la sensazione che si prova quando si viene leccati da un gatto è simile a quella sperimentata toccando della carta vetrata. Un leggero fastidio, talvolta anche solletico, che può aumentare se il gatto si fa insistente ed esercita una forte pressione. Dopotutto, per farsi belli bisogna soffrire un po’.

giovedì 27 agosto 2015

I DOBERMANN IMPAZZISCONO?


Se i gatti neri sono perseguitati dalla leggenda che li dipinge come iettatori, sui cani dobermann circola l’incredibile storia che sono destinati a impazzire. Secondo alcuni questo avverrebbe raggiunta una certa età, generalmente sette anni, a causa del cervello che cresce più della scatola cranica o, viceversa, del cranio che smette di crescere e schiaccia il cervello. Una fandonia che non ha alcuna rilevanza scientifica e che viene smentita anche dai fatti, dato che chiunque abbia mai posseduto un dobermann può testimoniare su un suo normale invecchiamento.

domenica 23 agosto 2015

NEWSLETTER

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