Uno stupido pregiudizio sui gatti neri ritiene siano portatori di sfortuna. Una credenza che ha radici nel Medioevo, ed è possibile abbia avuto inizio poiché i gatti neri, poco visibili di notte, potevano finire tra le zampe dei cavalli o sotto le ruote delle carrozze causando incidenti. Ma più probabile è che il colore nero fosse abbinato all’oscurità, e quindi al male, idea cui si sommava il fatto che i gatti erano ben visti nelle religioni pagane. I gatti neri venivano così accusati di ogni sorta di stregoneria, di essere creature del diavolo e compagni di fattucchiere, finendo per essere attaccati persino dalla Chiesa cristiana. Tra le tante dicerie e malignità, la più diffusa è proprio quella del gatto nero portatore di malasorte, una stolta convinzione che ha provocato l’uccisione di una moltitudine di queste innocenti creature.
I gatti neri, inoltre, venivano spesso associati alle streghe. Già nel 1600 molti credevano all’esistenza della fattucchiere, ritenendole legate al diavolo e che andassero perseguite, arse sui roghi per essere “liberate” dal male. Stessa sorte toccava ai gatti, considerati incarnazione stessa delle streghe, ritenuti animali che comparivano dal nulla durante la notte. Per questo in quegli anni di superstizioni e fervore religioso repressivo, tutti i gatti venivano perseguitati, sia da protestanti sia da cattolici, tanto che in Europa si rischiò l’estinzione della specie. Ai gatti neri, tuttavia, veniva riservato un trattamento peggiore di altri. Per farla breve, con la nascita della festa di Halloween, nella quale streghe e mostri vari diventano protagonisti, anche i gatti neri rivendicano il proprio spazio. Fortunatamente non siamo più nel 1600, quindi sono diventati un aspetto divertente e folcloristico della festa, immortalati su poster e cartoline, maschere e dolciumi vari. Attenzione, qualche idiota che se la prende con i gatti neri però è rimasto in giro, quindi fate attenzione ai vostri amici a quattro zampe durante il periodo di Halloween.