Si narra che il famoso fisico Isaac Newton (1642-1727) ebbe un gatto. Il felino, di cui non conosciamo il nome, non lo aiutò nei suoi studi sulla gravità ma, grazie alla propria testardaggine, lo spinse (costrinse?) a elaborare qualcosa di molto più pratico, un’invenzione destinata a facilitare gli spostamenti dei gatti di tutto il mondo e ad alleggerire i loro umani di un compito ripetitivo. Come molti suoi colleghi, infatti, il gatto aveva l’abitudine di entrare e uscire da casa con grande frequenza, costringendo lo scienziato a interrompere il proprio lavoro per svolgere il compito di portiere. Stanco di tale incombenza, la leggenda narra che Newton ideò una gattaiola, ovvero un buco nella porta grazie al quale il micio potè varcare la soglia a piacimento senza bisogno di aiuto da parte di nessuno. Un’invenzione apparentemente semplice, ma diffusasi rapidamente e grazie alla quale, ancora oggi, gatti e umani hanno notevolmente migliorato la propria convivenza. Dopotutto, fu proprio Newton a dire che “la verità si trova sempre nella semplicità, e non nella complessità e confusione delle cose.”
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