Nonostante un pregiudizio molto diffuso (purtroppo) non sono i gatti (in particolare quelli domestici) i principali diffusori della malattia. È vero che il parassita della toxoplasmosi può svilupparsi nell’intestino del gatto (anche del nostro gatto di casa), ma questi non può trasmettere il contagio con graffi o morsi, bensì solo attraverso le feci e solo per quindici giorni. Bisognerebbe quindi ingerire gli escrementi del gatto contaminato per essere contagiati a propria volta.
In realtà, la principale fonte di infezione nelle donne gravide risulta essere il consumo di carne poco cotta. Dai risultati di approfonditi studi emerge infatti che i fattori di rischio principali sono legati all’alimentazione (dal 30 al 63% dei casi dovuti all’assunzione di carne poco cotta). È quindi necessario evitare di assaggiare la carne mentre la si prepara e lavarsi molto bene le mani sotto acqua corrente dopo averla toccata. Lo stesso studio evidenzia che un’altra importante fonte di contaminazione è rappresentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato e dove il toxoplasma può resistere per diverse settimane. È quindi necessario che chi svolge attività di giardinaggio si lavi molto bene le mani prima di toccarsi la bocca o la mucosa degli occhi. Lo stesso vale per il consumo di ortaggi e frutta fresca, che dev’essere lavata accuratamente sotto acqua corrente.
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