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sabato 21 aprile 2018

LA CATTIVA REPUTAZIONE DEGLI SQUALI

Da tempo immemorabile gli squali vengono additati come animali feroci che fanno strage di uomini. Bufale, notizie gonfiate, fake news per riempire spazi vuoti in giornali e telegiornali di scarso valore. Nelle righe successive proviamo a riabilitare gli squali dalla cattiva fama che gli è stata cucita addosso dai loro nemici più terribili: gli uomini.


“Squali!” Un grido d’allarme destinato a seminare il terrore tra marinai, sommozzatori, bagnanti, naufraghi e chiunque si trovi in mare o nelle vicinanze dello stesso. Letteratura, cinema e fumetto avventuroso hanno spesso raccontato il temibile incontro tra l’uomo e il pescecane, nell’immaginario collettivo è in particolare un film hollywoodiano a risvegliare tutta la paura e la tensione suscitate dal temibile animale. Si tratta ovviamente di Lo squalo (ma in originale si intitola Jaws, “Mascelle”), pellicola del 1975 diretta da Steven Spielberg e ispirata al romanzo di Peter Benchley. La storia racconta del cruento scontro con un gigantesco squalo bianco condotto da un poliziotto (Roy Scheider), un biologo marino (Richard Dreyfuss) e un cacciatore di squali (Robert Shaw). Le enormi mascelle del pesce, che spalancate si avventano verso l’imbarcazione del trio di umani sono uno spettacolo affascinante e terribile allo stesso tempo, che ha reso il film un blockbuster e gli ha fatto guadagnare ben tre seguiti, nessuno dei quali girato da Spielberg. 
Col nome squalo, o pescecane, viene indicato un nutrito gruppo di pesci predatori dalle forti mascelle e dalle dimensioni medio-grandi. Nonostante la loro fama di creature feroci, a cui ha contribuito il succitato film, solo pochi squali sono pericolosi per l’uomo. Di questi temuti pesci ne esistono 375 specie, la cui lunghezza varia da 20 centimetri a 12 metri, anche se la metà delle specie non raggiunge il metro. Il loro aspetto, poi, varia moltissimo: esistono squali appiattiti (la squatina), oppure giganteschi ma assolutamente innocui (squalo elefante), o ancora dalle forme sorprendenti (pesce martello).
Lo squalo dell’omonimo film è lo squalo bianco, che può raggiungere i sei metri di lunghezza e il peso di due tonnellate. È estremamente vorace, ma la sua preda preferita sono le foche non gli esseri umani, che talvolta attacca proprio perché li scambia per foche. I più a rischio in questo senso sono i surfisti, la cui sagoma vista da sott’acqua mentre sono sdraiati sulla tavola e con braccia e gambe la spingono assomiglia in modo impressionante a quella delle foche di cui gli squali bianchi sono ghiotti. 
Lo squalo balena è invece il più grande pesce esistente. Con il corpo scuro coperto di puntini bianchi, è una creatura docilissima, ma le sue dimensioni spaventerebbero chiunque non lo sapesse. Può infatti raggiungere i 20 metri di lunghezza. 
Lo squalo marmoreggiato vive sul fondo del mare, si mimetizza con l’ambiente circostante, addirittura si ricopre parzialmente con la sabbia diventando indistinguibile dal fondale. Il rischio è calpestarlo senza accorgersene, provocandone la reazione.
E gli esempi potrebbero andare avanti a lungo.
La maggior parte degli squali non attacca l’uomo, a meno che non si senta minacciato o provocato, o non confonda l’uomo con un’altra preda. Si stima che gli attacchi condotti annualmente in tutto il mondo contro gli esseri umani non superino i 75, di cui meno di dieci sono mortali. Resta comunque preferibile tenersi al largo delle loro pinne e, soprattutto, dai loro denti, distribuiti in più file e pronti a ruotare in avanti quando uno della fila precedente cade. Decisamente più preoccupante è il bilancio degli squali attaccati dagli esseri umani. L’uomo infatti uccide questi pesci per utilizzarne la carne, le pinne, la pelle e l’olio prodotto dal fegato. A questo si aggiungono la pesca sportiva e le uccisioni involontarie dovute al fatto che talvolta gli squali rimangono impigliati nelle reti dei pescatori. Senza contare le morti per scopi decisamente futili, come procurarsi souvenir quali mascelle e denti di da esibire come trofei. Non mancano neanche veri e propri atti di crudeltà commessi da pescatori e cacciatori, che una volta catturati gli squali gli tagliano le pinne (usate per una particolare zuppa orientale) quando sono ancora vivi e poi li ributtano in acqua, ove diventano facili bersagli di altri predatori. Si calcola che circa 100 milioni (!) di squali vengano uccisi, in un modo o nell’altro, dagli uomini ogni anno. Una vera e propria strage, che ha reso a rischio di estinzione alcune specie e che, ancora una volta, dimostra che l’animale più feroce della Terra è l’uomo. Altro che squali…

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