il nostro staff

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martedì 23 aprile 2019

VISITA GRATUITA PROSTATA CANE ANZIANO


Avrete tutti presente quella pubblicità televisiva, trasmessa allo sfinimento, incentrata su quel poveruomo che nottetempo deve alzarsi svariate volte per andare al bagno a causa di problemi di prostata (e cerca di nasconderlo alla moglie). Sappiate che i cani possono soffrire del medesimo problema. Si ritiene, infatti, che il cane e l’uomo abbiano quasi 500 tipi di malattie in comune, tra cui i disturbi della prostata. Ma che cos’è la prostata? È una ghiandola che fa parte dell’apparato genitale maschile dei mammiferi. La sua funzione principale è quella di produrre ed emettere il liquido prostatico, uno dei costituenti dello sperma. Essendo posta tra uretra e retto, se ingrossata la prostata può causare compressioni meccaniche sia all’una che all’altro. Se a essere compresso è il retto, il cane fa fatica a espellere le feci. La compressione dell’uretra, invece, causa dapprima ritenzione urinaria e poi, quando la vescica distesa perde tonicità, incontinenza totale o goccia a goccia, a volte con perdita di sangue. Per questo, una volta che ha raggiunto una certa età (più di 6 anni) è opportuno sottoporre l’animale a controlli periodici. 
Per tutto il mese di maggio, la Clinica Veterinaria Parabiago propone a tutti i cani anziani suoi pazienti una VISITA GRATUITA della prostata, in modo da cercare di prevenire possibili problemi. Per prenotare la visita (che può essere svolta anche di domenica) basterà telefonare al numero 0331556605.


lunedì 15 aprile 2019

VETERINARI: APPREZZATI MA POCO RETRIBUITI


Secondo una recente ricerca dal titolo “Il valore sociale del medico veterinario”, condotta dal Censis (Centro Studi Investimenti Sociali, un istituto di ricerca socio-economica), gli italiani apprezzano i veterinari. Il 35,3% degli italiani ritiene che il medico veterinario svolga un lavoro utile e il 28,5% lo definisce professionale. È complesso per il 13,8% e affascinante per il 12,1%. I giudizi negativi sono trascurabili. La buona reputazione è confermata dal fatto che il 63,3% degli italiani incoraggerebbe un giovane che volesse studiare medicina veterinaria all’università. Tuttavia, lo stesso sondaggio rileva che nell'immaginario collettivo spesso prevale la visione del veterinario come fosse un missionario e non un professionista, un animalista appassionato e non un medico. Una percezione che purtroppo si accompagna a un inadeguato riconoscimento economico. Infatti, a cinque anni dalla laurea i veterinari guadagno mediamente il 40% in meno dei medici odontoiatri e il 30% in meno dei medici chirurghi. Una discriminazione che, tuttavia, non impedisce ai veterinari di continuare ad applicarsi con impegno e costanza nella loro professione e nella cura degli animali, oltre che nella salvaguardia della salute pubblica.

sabato 6 aprile 2019

UN PRIMO PASSO…


È solo un primo passo, ma un primo passo molto importante. La catena di supermercati Coop ha recentemente lanciato una campagna dal titolo “Salviamo il pulcino maschio”. Generalmente, nella filiera alimentare delle galline e delle uova, i pulcini maschi vengono soppressi poco dopo la nascita, poiché non in grado di produrre uova. Per bloccare questa odiosa pratica, la Coop ha chiesto, quale condizione sine qua non, ai suoi fornitori di uova che i pulcini maschi non siano più uccisi. In altre parole, i fornitori di uova devono impegnarsi a salvare un pulcino maschio per ogni gallina ovaiola. I pulcini, una volta cresciuti in galletti adulti, sono destinati a diventare carne, ma perlomeno avranno vissuto fino ad allora. Come dicevamo, è solo un primo passo dato che nel campo dell’allevamento delle galline (e in questo caso anche dei galli) andrebbero chiarite meglio anche le condizioni in cui gli animali crescono e vivono (a terra? liberi?), ma quantomeno si sta andando nella direzione giusta. Ricordiamo che da tempo l’Associazione dei Veterinari ha sottolineato l’importanza dell’introduzione di norme etiche nella gestione della filiera alimentare, proprio per evitare l’eliminazione incontrollata di animali. 

mercoledì 3 aprile 2019

I CANI FIUTANO L'EPILESSIA?


Secondo quando riportato dalla rivista Scientific Reports, un team di ricercatori francesi dell’Università di Rennes sta indagando sulla possibilità che i cani siano in grado di fiutare gli attacchi epilettici. Essendo stato condotto solo su cinque cani, lo studio non può certo dirsi definitivo, ma i suoi risultati sono incoraggianti. Nel corso di diversi esperimenti, i suddetti cani hanno annusato vari campioni olfattivi contenenti odori corporei umani emessi a riposo, durante l’esercizio fisico e durante gli attacchi epilettici. Tre dei cani sono stati capaci di identificare l’odore delle convulsioni durante ogni esperimento; gli altri due, invece, solo due volte su tre. Questo probabilmente è accaduto perché è possibile che il cambiamento nell’attività elettrica inneschi il rilascio di alcuni neurormoni che scatenano un odore tipico, correlato con la sudorazione. Per ora si tratta di ipotesi che vanno approfondite e verificate, ma la speranza dei ricercatori è arrivare ad addestrare cani in grado di avvisare in anticipo i loro padroni dell’arrivo di un attacco epilettico.