il nostro staff

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giovedì 28 maggio 2015

SPIEGATE AI BIMBI I PERICOLI DELLE ZECCHE


GATTI & TOXOPLASMOSI


La famigerata toxoplasmosi è una malattia causata dal toxoplasma gondii, un parassita protozoo composto da una sola cellula. La toxoplasmosi è ad alto rischio nel caso in cui venga contratta in gravidanza: l'infezione può infatti passare al bambino attraverso la placenta, provocando in determinate circostanze malformazioni o addirittura l'aborto o la morte in utero.
Nonostante un pregiudizio molto diffuso (purtroppo) non sono i gatti (in particolare quelli domestici) i principali diffusori della malattia. È vero che il parassita della toxoplasmosi può svilupparsi nell’intestino del gatto (anche del nostro gatto di casa), ma questi non può trasmettere il contagio con graffi o morsi, bensì solo attraverso le feci e solo per quindici giorni. Bisognerebbe quindi ingerire gli escrementi del gatto contaminato per essere contagiati a propria volta.
In realtà, la principale fonte di infezione nelle donne gravide risulta essere il consumo di carne poco cotta. Dai risultati di approfonditi studi emerge infatti che i fattori di rischio principali sono legati all’alimentazione (dal 30 al 63% dei casi dovuti all’assunzione di carne poco cotta). È quindi necessario evitare di assaggiare la carne mentre la si prepara e lavarsi molto bene le mani sotto acqua corrente dopo averla toccata. Lo stesso studio evidenzia che un’altra importante fonte di contaminazione è rappresentata dalla manipolazione della terra degli orti e dei giardini, dove animali infetti possono aver defecato e dove il toxoplasma può resistere per diverse settimane. È quindi necessario che chi svolge attività di giardinaggio si lavi molto bene le mani prima di toccarsi la bocca o la mucosa degli occhi. Lo stesso vale per il consumo di ortaggi e frutta fresca, che dev’essere lavata accuratamente sotto acqua corrente.

lunedì 25 maggio 2015

CHE COSÈ L'ANAGRAFE FELINA?


L’Anagrafe Nazionale Felina è una banca dati informatizzata che registra i dati identificativi dei gatti dotati del dispositivo di identificazione elettronico (microchip).
Tutti i proprietari e detentori possono rivolgersi a un medico veterinario per l’identificazione e la contestuale registrazione on line dell’animale di proprietà o in custodia.
Il servizio è attivato su base volontaria e ha la finalità di favorire il controllo della demografia felina, contrastare l’abbandono e agevolare il ricongiungimento del gatto con il suo proprietario in caso di smarrimento in Italia o all’estero.

ATTENTI ALLE ZECCHE


domenica 24 maggio 2015

ANIMALI D'AFFEZIONE IN ITALIA

Quanti nomali d'affezione ci sono in Italia? A fornire una risposta a questa domanda pensa il rapporto Assalco-Zoomark 2015 (Assalco e Zoomark sono due Associazioni di settore che si occupano di cibo e accessori per animali).

PRIMA DELLE VACANZE

Si avvicina il periodo delle vacanze. prima di partire, meglio sottoporre il proprio quattro zampe a una visita di controllo.

venerdì 22 maggio 2015

I PROFESSORI DI KONRAD LORENZ


L’austriaco Konrad Lorenz (1903-1989) è considerato il padre dell’etologia, cioè della scienza che studia i comportamenti degli animali. Zoologo convinto della validità della teoria dell’evoluzione di Darwin, secondo cui l’uomo e gli altri animali hanno origini comuni, studiando il comportamento degli animali mirava a comprendere meglio quello degli uomini. Una curiosità e un atteggiamento che lo accompagnò fin da bambino, e che lo spinse a convivere con animali di ogni genere, dai piccoli anfibi fino alle grandi oche selvatiche. Senza mai sottoporre i suoi animali a esperimenti pericolosi o stressanti, ma semplicemente osservandoli amorevolmente in libertà, elaborò teorie sull’imprinting, sull’aggressività, sulla filogenetica. Si può dire che i professori da cui Lorenz apprese le sue conoscenze furono i suoi animali, insegnanti inconsapevoli ma efficacissimi, che imparò ad apprezzare e ritenne sempre emotivamente evoluti, tanto da affermare: “chiunque conosca intimamente un mammifero superiore, come un cane o una scimmia, e non si convince che tale essere ha sentimenti simili ai suoi, è psichicamente anormale.”

sabato 16 maggio 2015

CIBI PERICOLOSI


Cibi innocui per gli umani possono non esserlo per gli animali. Il cacao, per esempio, è tossico sia per il cane che per il gatto poiché contiene teobromina, un alcaloide presente nel cacao (e in piccola quantità nel tè) nocivo al loro metabolismo. Tuttavia, non è il caso di spaventarsi se l’ esuberante cucciolo ha mangiato di nascosto un paio di cioccolatini al latte, dato che gli effetti negativi si fanno sentire solo a un certo dosaggio. La dose letale di teobromina è di 330 mg/kg di peso e nel cacao ci sono circa 1,4 g di teobromina ogni 100 grammi. Quindi per un cane di 20 kg la dose letale è di circa mezzo chilo di cioccolato 100% cacao, o di diversi chili nel caso di cioccolato al latte dove il cacao è molto diluito. Ovviamente possono comparire disturbi seri a dosi inferiori, sempre a secondo del quantitativo di cioccolata e dal contenuto in cacao. I sintomi dell’intossicazione sono vomito, diarrea, irrequietezza, respiro affannoso, tremori muscolari e convulsioni. 
Attenzione anche a uva e uva passa, che possono provocare nei cani insufficienza renale acuta. Cosa provochi precisamente l'insufficienza non è noto e non è possibile determinare il dosaggio pericoloso, dato che ogni cane reagisce in modo differente. Il cane suscettibile all'intossicazione vomita dopo poche ore dall'assunzione dell'alimento e sviluppa insufficienza renale dopo 2 o 3 giorni.
Per il gatto è estremamente dannosa la cipolla, che provoca gravi danni al sangue. Le cipolle, infatti, contengono un composto (disolfuro di n-propile), che i gatti non sono in grado di metabolizzare e che agisce sui globuli rossi, rendendoli deboli e favorendone la rottura, provocando quindi anemia emolitica che può risultare anche fatale. I danni provocati dalla cipolla sono cumulativi, quindi piccoli assaggi sommano i danni nel tempo. I sintomi, che generalmente compaiono dopo 24 ore dall'ingestione della cipolla, sono vomito, diarrea, urine di colore scuro.

venerdì 15 maggio 2015

SPESE DETRAIBILI


Sapete che le spese sanitarie per i vostri animali possono essere detratte dall'imponibile?
Per legge, però, sono detraibili solo se l'animale da compagnia è "legalmente detenuto". In altre parole, l'animale (o gli animali) deve avere microchip e deve essere registrato all'anagrafe (nel Comune di residenza, ovviamente).
Attenzione, perché se non sussistono tali condizioni, l'importo eventualmente detratto verrà chiesto indietro dal fisco e verranno applicate sanzioni pecuniarie.
Oltre ai cani, altri animali soggetti ad identificazione obbligatoria sono i cavalli, oppure il furetto e il gatto a cui sia stato attribuito un pet passport.
Ai fini fiscali, il possesso legale è dimostrabile anche con regolari contratti di compravendita o certificazioni di adozione, atti a stabilire la certezza giuridica della proprietà.
L'Agenzia delle Entrate ha inoltre precisato che le spese veterinarie detraibili non possono essere superiori a 387,34 euro. La detrazione sarà calcolata sulla parte che supera l'importo di 129,11 euro. Ad esempio, per spese veterinarie sostenute per un totale di 400 euro, nel rigo andranno indicati 387 euro e la detrazione del 19 per cento sarà calcolata su un importo di 258 euro.
Insomma, la cosa non è semplicissima e se incontrate delle difficoltà vi consigliamo di chiedere consulenza al vostro commercialista.

martedì 12 maggio 2015

UNA CONVIVENZA PERICOLOSA?


Per quanto positivo, il rapporto bimbi-animali non è immune da rischi, che possono essere legati a diverse dimensioni o a incomprensioni. Un cane di grossa taglia, anche se buonissimo, può rappresentare un pericolo per un bimbo molto piccolo se si comporta in modo irruento, magari urtandolo e facendolo cadere a terra. Allo stesso modo, un bimbo può involontariamente far innervosire un animale sottraendogli il cibo, tirandogli la coda o mettendogli le dita negli occhi, tanto per fare qualche esempio. Per questi motivi si discute su quale sia l’età del bambino più idonea per poterlo lasciare da solo con un animale domestico. Ovviamente non esiste un numero magico e le soluzioni possono variare da caso a caso, ma si ritiene che la migliore età di partenza possano essere i cinque anni. È allora che l’autocontrollo del bambino secondo gli esperti diventa “interno”, permettendogli cioè di decidere autonomamente quale sia il corretto comportamento da adottare nelle varie situazioni. Inoltre, a quell’età il bambino ha raggiunto una sufficiente coordinazione e capacità motoria per evitare di fare involontariamente male all’animale di casa e, allo stesso tempo, per proteggersi da comportamenti un po’ avventati del suo amico a quattro zampe, come saltargli addosso, graffiarlo, mangiucchiare il suo cibo. Inoltre, anche se bimbi e animali generalmente sono capaci di inventarsi giochi da soli, gli adulti possono insegnare a entrambi qualche attività divertente, come giocare con una palla o sguazzare nell’acqua (bassa, per evitare pericoli) di una piscina. Attività che possono aiutare entrambi a migliorare coordinamento, capacità motorie, a imparare a nuotare e a non avere paura di immergersi. Col tempo, il cane o il gatto di casa diverranno per il bambino amici fedeli e insostituibili, mentre prendendosi cura del suo amico a quattro zampe, dandogli da mangiare o portandolo a spasso, il bambino sperimenterà un’altra esperienza appagante e arricchente, traendo insegnamenti utili per la sua crescita e per il suo futuro da adulto. Allo stesso modo, l’animale stringerà i suoi legami con gli esseri umani, e migliorerà le proprie capacità di socializzazione. Col tempo, e spontaneamente, la loro convivenza si trasformerà in un progetto educativo in grado di aiutare il piccolo a responsabilizzarsi verso chi è più debole e ad assumere un atteggiamento altruistico. Inoltre, il piccolo umano imparerà che sotto taluni aspetti gli animali sono molto simili a noi: amano e soffrono, sono allegri o tristi, curiosi o spaventati. Provano insomma sentimenti e sono in grado di condividerli. Quale regalo più grande si potrebbe fare a un bambino? E quale immagine più bella per dei genitori, se non quella di bimbo e cucciolo che crescono insieme imperando l'uno dall'altro?

VITA QUOTIDIANA IN CLINICA


lunedì 11 maggio 2015

CANI & FUNGHI


Per fortuna oggi si tratta di una credenza meno diffusa, ma un tempo persone prive di scrupoli utilizzavano i cani quali assaggiatori di funghi, per comprendere se questi ultimi fossero velenosi o meno. A parte il cinismo e la barbarie di un tale comportamento, che contempla il possibile sacrificio di un animale per un pugno di funghi, è dimostrato trattarsi di un espediente spesso inefficace. Uomini e cani hanno un metabolismo e una sensibilità alle tossine differente, quindi ciò che è letale per uno non è detto lo sia per l’altro.

GIORNATA NAZIONALE DEL CANE


sabato 9 maggio 2015

VITA DA GATTO


È importante fornire al gatto acqua e cibo a disposizione, una lettiera da pulire quotidianamente e delle dimensioni appropriate si consiglia di una lunghezza pari a 1,5 volte la lunghezza del gatto esclusa la coda); fondamentale risulta poi essere l'arricchimento ambientale con giochi, tiragraffi, posti per nascondersi (anche una banale scatola da scarpe). I gatti amano osservarci da luoghi tranquilli e sopraelevati: un'idea molto apprezzata sarebbe quella di collocare giacigli ad altezze diverse.

giovedì 7 maggio 2015

LATTE SÌ O LATTE NO?



È convenzione popolare che il latte (in genere di mucca) sia l’alimento ideale per i gatti, che ne sono ghiotti. Alcuni, invece, pensano esattamente l’opposto, ritenendo che gli faccia male, provocandogli terribili attacchi di diarrea. Curiosamente, la verità sta nel mezzo. I gatti amano il latte vaccino, ma molti di loro non lo tollerano poiché non possiedono l’enzima adatto alla digestione dello zucchero ivi contenuto, il lattosio. Tuttavia, fornendo quotidianamente in piccole dosi il latte ai gatti, questi ultimi sviluppano l’enzima in questione che, nel giro di breve tempo, gli permette di evitare i fastidiosi attacchi di dissenteria.

domenica 3 maggio 2015

OCCHIO ALLA CODA!

I cani si fanno male con una certa facilità alla coda. In inglese sono dette “happy tail” le ferite da colpi che i cani più vivaci si procurano battendo ripetutamente su superfici dure come muri o pavimenti. In questo caso si tratta più che altro gonfiore e contusioni, raramente fratture che sono più frequenti nel caso di chiusura della coda in una porta. Le fratture alle estremità spesso guariscono da sole lasciando solo un lieve indurimento. Quelle più gravi, ovvero quando frammenti ossei lasciano la loro sede, potrebbero richiederne l’amputazione. Attenzione anche ai danni ai nervi, che si palesano soprattutto quando la coda viene tirata, talvolta da bambini troppo zelanti.