Da tempo immemorabile gli squali vengono additati come animali feroci che fanno strage di uomini. Bufale, notizie gonfiate, fake news per riempire spazi vuoti in giornali e telegiornali di scarso valore. Nelle righe successive proviamo a riabilitare gli squali dalla cattiva fama che gli è stata cucita addosso dai loro nemici più terribili: gli uomini.
“Squali!” Un grido d’allarme destinato a seminare il terrore tra marinai, sommozzatori, bagnanti, naufraghi e chiunque si trovi in mare o nelle vicinanze dello stesso. Letteratura, cinema e fumetto avventuroso hanno spesso raccontato il temibile incontro tra l’uomo e il pescecane, nell’immaginario collettivo è in particolare un film hollywoodiano a risvegliare tutta la paura e la tensione suscitate dal temibile animale. Si tratta ovviamente di Lo squalo (ma in originale si intitola Jaws, “Mascelle”), pellicola del 1975 diretta da Steven Spielberg e ispirata al romanzo di Peter Benchley. La storia racconta del cruento scontro con un gigantesco squalo bianco condotto da un poliziotto (Roy Scheider), un biologo marino (Richard Dreyfuss) e un cacciatore di squali (Robert Shaw). Le enormi mascelle del pesce, che spalancate si avventano verso l’imbarcazione del trio di umani sono uno spettacolo affascinante e terribile allo stesso tempo, che ha reso il film un blockbuster e gli ha fatto guadagnare ben tre seguiti, nessuno dei quali girato da Spielberg.
Col nome squalo, o pescecane, viene indicato un nutrito gruppo di pesci predatori dalle forti mascelle e dalle dimensioni medio-grandi. Nonostante la loro fama di creature feroci, a cui ha contribuito il succitato film, solo pochi squali sono pericolosi per l’uomo. Di questi temuti pesci ne esistono 375 specie, la cui lunghezza varia da 20 centimetri a 12 metri, anche se la metà delle specie non raggiunge il metro. Il loro aspetto, poi, varia moltissimo: esistono squali appiattiti (la squatina), oppure giganteschi ma assolutamente innocui (squalo elefante), o ancora dalle forme sorprendenti (pesce martello).
Lo squalo dell’omonimo film è lo squalo bianco, che può raggiungere i sei metri di lunghezza e il peso di due tonnellate. È estremamente vorace, ma la sua preda preferita sono le foche non gli esseri umani, che talvolta attacca proprio perché li scambia per foche. I più a rischio in questo senso sono i surfisti, la cui sagoma vista da sott’acqua mentre sono sdraiati sulla tavola e con braccia e gambe la spingono assomiglia in modo impressionante a quella delle foche di cui gli squali bianchi sono ghiotti.
Lo squalo balena è invece il più grande pesce esistente. Con il corpo scuro coperto di puntini bianchi, è una creatura docilissima, ma le sue dimensioni spaventerebbero chiunque non lo sapesse. Può infatti raggiungere i 20 metri di lunghezza.
Lo squalo marmoreggiato vive sul fondo del mare, si mimetizza con l’ambiente circostante, addirittura si ricopre parzialmente con la sabbia diventando indistinguibile dal fondale. Il rischio è calpestarlo senza accorgersene, provocandone la reazione.
E gli esempi potrebbero andare avanti a lungo.
La maggior parte degli squali non attacca l’uomo, a meno che non si senta minacciato o provocato, o non confonda l’uomo con un’altra preda. Si stima che gli attacchi condotti annualmente in tutto il mondo contro gli esseri umani non superino i 75, di cui meno di dieci sono mortali. Resta comunque preferibile tenersi al largo delle loro pinne e, soprattutto, dai loro denti, distribuiti in più file e pronti a ruotare in avanti quando uno della fila precedente cade. Decisamente più preoccupante è il bilancio degli squali attaccati dagli esseri umani. L’uomo infatti uccide questi pesci per utilizzarne la carne, le pinne, la pelle e l’olio prodotto dal fegato. A questo si aggiungono la pesca sportiva e le uccisioni involontarie dovute al fatto che talvolta gli squali rimangono impigliati nelle reti dei pescatori. Senza contare le morti per scopi decisamente futili, come procurarsi souvenir quali mascelle e denti di da esibire come trofei. Non mancano neanche veri e propri atti di crudeltà commessi da pescatori e cacciatori, che una volta catturati gli squali gli tagliano le pinne (usate per una particolare zuppa orientale) quando sono ancora vivi e poi li ributtano in acqua, ove diventano facili bersagli di altri predatori. Si calcola che circa 100 milioni (!) di squali vengano uccisi, in un modo o nell’altro, dagli uomini ogni anno. Una vera e propria strage, che ha reso a rischio di estinzione alcune specie e che, ancora una volta, dimostra che l’animale più feroce della Terra è l’uomo. Altro che squali…
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