il nostro staff

il nostro staff

venerdì 2 agosto 2019

GATTI IN CONDOMINIO


La questione dei gatti in condominio è spesso fonte di litigi tra condòmini, ma in realtà la legge è molto chiara in materia. Infatti, stabilisce che nessun regolamento può vietare ai condòmini di tenere e possedere animali domestici, compresi i gatti, nei singoli appartamenti. Per questo motivo, se il regolamento condominiale dovesse vietare agli animali domestici tale clausola sarebbe nulla. La situazione cambia se il regolamento è stato approvato all’unanimità da tutti i condòmini. Ovviamente, se nessuno vuole gatti nel proprio appartamento è libero di non averli. 
Quanto detto vale per i proprietari di appartamento, non per gli affittuari. A questi ultimi, infatti, è possibile vietare di tenere gatti in casa anche se tale clausola non è contenuta nel regolamento condominiale, ma è prevista solo nel contratto di locazione. È necessario, però, che il contratto sia stato regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
Per quanto riguarda i gatti randagi che si aggirano negli spazi comuni di un condominio, la normativa di riferimento è una legge del 1991, che ha riconosciuto la territorialità delle colonie feline
In altre parole, tale legge considera i gatti degli “animali sociali”, che pur vivendo liberamente sono stanziali e frequentano abitualmente lo stesso luogo, pubblico o privato. Ne consegue che non è proibito dare da mangiare ai gatti randagi nei luoghi pubblici o privati dove hanno scelto di vivere. incluse le aree condominiali, dove non possono essere né allontanati né catturati, salvo si tratti di interventi sanitari o di soccorso. Quindi, chi dà da mangiare ai gatti randagi utilizzando un angolo del cortile o un piccolo spazio del giardino condominiale, non commette alcun illecito. Ovviamente deve tenere pulita l’area e deve lasciare tutto in ordine, evitando che si diffondano cattivi odori e che i resti del cibo attirino altri animali come topi o formiche.

Nessun commento:

Posta un commento